Formazione

1976–1986 Studi di danza classica presso la scuola Accademia dei Piccoli – Firenze
1986 Diploma Danza Classica – Val. 30/30
1987–1990 Studi di specializzazione in danza classica e contemporanea – Accademia dei Piccoli – Firenze
1990–1995 Studi di specializzazione in danza classica, contemporanea, moderna e jazz presso la scuola Max Ballet Academy – Firenze
1998-2007 Frequenza corsi danza classica e contemporanea presso la scuola Max Ballet Academy – Firenze
2013 Frequenza del corso Alta Formazione in Musical Theatre - docenti Franco Travaglio e Dino Scuderi con il workshop: "COME NASCE un MUSICAL"  

Esperienza Artistica

1986–1990 Insegnante di danza classica e contemportanea (allievi 5-15 anni) presso la scuola Accademia dei Piccoli – Firenze
2007–2008 Coreografa presso Compagnia Teatrale Piccolo Teatro Comico Sangiovannese – San Giovanni Valdarno
2008 - oggi Coreografa ed aiuto regista presso la Compagnia di Teatro Amatoriale Facce da Sipario – San Giovanni Valdarno
Maggio 2019 Membro della Giuria settore Coreografico del Festival Internazionale di Arte e Musica “Mosaico di Firenze” Organizzato da Triunph Creative Association di Praga
Novembre 2020 Membro della Giuria settore Coreografico del Festival Internazionale di Arte e Musica “Vacanze Romane” Organizzato da Sanartis sro di Praga

Scrivono di lei...

Articolo di Francesca Francalanci
Barbara Banchelli Coreografa
Nelle civiltà antiche indiane, cinesi ed egiziane, la danza voleva raffigurare il corso armonioso degli astri. In Europa nacque alla fine del secondo millennio avanti Cristo in Grecia, e la cultura greca operò una sintesi di quanto si era prodotto fino ad allora presso le altre civiltà conosciute, e pose la danza sotto la protezione della musa Tersicore, facendone così un simbolo della propria cultura. Con la danza il corpo torna ad essere luogo di creazione ed espressione dell'immaginario, ma - che cos'è l'arte di Tersicore oggi e come esprime le emozioni dell'uomo moderno? Ne parliamo con Barbara Banchelli, coreografa di una compagnia di musical, un trascorso come ballerina classica, insegnante di danza ed adesso coreografa. - Come nasce una coreografia? Per quanto riguarda il musical, il balletto viene inserito in un certo contesto, se dobbiamo rappresentare una scena di gruppo corale, mi immagino le figure che passano attraverso il palcoscenico. Poi inserisco i passi a seconda di chi ho a disposizione e delle attitudini di ciascun ballerino. La mia mente vede come sarà il balletto ancora prima di aver deciso la coreografia. Solitamente la prima cosa alla quale penso è quella che alla fine mi piace più di tutte, vado molto d'istinto. - Tu crei delle coreografie anche per compagnie di amatori, come riesci a far ballare i dilettanti? Uso pochi passi, 3 o 4, pochi salti, qualche presa facile, e poi miscelo sapientemente gli elementi a disposizione per farli apparire sempre diversi. Gioco molto con l'uso delle braccia, che sono più facili da usare, con le gambe diventa tutto più complicato.  - La predisposizione al ritmo, la puoi sviluppare oppure è di natura? - Prevalentemente di natura, alcune persone possono studiare ore ed ore ma non riescono mai, possono migliorare ma non più di tanto. - La tua passione per la danza mi dicevi è iniziata ad otto anni e non si è ancora esaurita? Esatto, tutte le volte che vedo un balletto come per esempio il "Lago dei Cigni", mi perdo, potrei smettere di fare qualsiasi cosa. - Quando ti svegli la mattina ed alla radio trasmettono una bella musica, ti capita di ballare? Sempre e mi immagino tutti i passi, i movimenti, mi viene subito la coreografia. Credo sia una deformazione professionale. - E' molto importante seguire la musica per creare una coreografia? E' essenziale, la prima cosa che faccio fare alle persone che lavorano con me è imparare a contare la musica. In ogni conto ci deve essere un passo. - E quando hai a disposizione dei professionisti? Prima decido quali passi usare, poi seguo la musica che è il filo conduttore. - Si può fare la coreografia a tavolino? Sì, io utilizzo un quaderno dove scrivo i vari gruppi di battute e poi suddivido i vari momenti del balletto. Faccio uno schema, è così che parte la coreografia. Facendolo sul quaderno riesco ad inventarmi dei disegni sempre diversi perchè li vedo sulla carta. Poi scrivo tutti i passi, le entrate dalle varie quinte. Suddivido anche il palcoscenico, attaccando del nastro adesivo come riferimento per i ballerini, la metà, il quarto e proscenio. I punti di riferimento e la pulizia matematica di una coreografia sono fondamentali! - Non è forse vero che l'arte deve essere creazione e che quindi deve avere una certa libertà interiore? Non credi che troppa rigidità accademica possa impedire di far uscire l'emozione e far esprimere l'anima con leggerezza? Quando entravo nella classe di danza, mi estraniavo da tutta questa rigidità, ero lì da sola come se non ci fossero altre persone e sentivo solo la musica. La danza è una passione, non vivi nulla come una costrizione, nonostante il dolore e la stanchezza. Per esempio l'uso delle punte da danza, tutti uscivano dalla lezione con i piedi rotti, inclusa io, ma per me era come stare nelle ciabatte, era come se avessi le ali ai piedi.  - Per la passione si va sopra a tutto, anche il dolore, come nell'amore? Sì, ma non ho rinunciato a tutto per la danza, ho avuto una famiglia, dei figli. La carriera della danzatrice professionista la si decide all'età di 10 anni, dopo è troppo tardi. I miei mi hanno si incoraggiato con la danza, ma mi hanno anche lasciato la libertà di scelta. Dunque i genitori sono importanti per dare lo stimolo iniziale, poi bisogna vedere le attitudini del ragazzo. Fino ad una certa età i bambini sono quasi tutti bravi, poi dopo si iniziano a fare le selezioni a seconda delle attitudini. - Ti dispiace aver rinunciato ad una carriera importante per la famiglia?  Con la coreografia mi sento più realizzata che diventare una prima ballerina perchè è veramente difficile, ci vogliono delle doti naturali sopra al normale. Iniziavo a sentire un po' di fatica e difficoltà intorno ai 15-16 anni. Poi ho avuto un infortunio ad una gamba, e per ricominciare tanta paura, perchè un dolore così forte ti traumatizza, non potevo più camminare, e questo mi ha condizionato. Poi ho avuto due figli e dopo alcuni anni ho ricominciato a ballare e coreografare, adesso mi sento una donna realizzata.